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Per un’Europa sociale e del lavoro. 

L’Italia sarà il primo beneficiario dei fondi del Fondo Sociale Europeo Plus

Da relatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici ho condotto i negoziati con i Governi degli Stati membri sul testo del nuovo Regolamento che istituisce il Fondo Sociale Europeo Plus per il settennato 2021-2027, un fondo da oltre 100 miliardi di Euro.

L’Italia sarà il primo beneficiario dei fondi del Fondo Sociale Europeo Plus, con circa 13 miliardi di euro. Per la mia Regione, la Liguria, significa una dotazione di quasi 200 milioni di Euro, una cifra davvero considerevole da investire programmi essenziali nel campo del lavoro, dei diritti sociali e dei giovani, delle persone con disabilità

Il 24 marzo 2021 la Commissione europea ha finalmente presentato la proposta di raccomandazione per una Garanzia per l’Infanzia, un nuovo strumento per garantire che tutti i bambini in Europa a rischio di povertà, esclusione sociale o altrimenti svantaggiati abbiano accesso a servizi essenziali di qualità. Si tratta di uno strumento per il quale mi batto da anni e che oggi è finalmente realtà. Grazie agli emendamenti da me presentati proprio al Regolamento sul nuovo Fondo Sociale Europeo Plus, la messa in atto della Garanzia per i Bambini disporrà di risorse dedicate pari al 5% delle dotazioni nazionali del FSE+. Grazie al lavoro di squadra di questi anni tra noi eurodeputati e molte organizzazioni non governative, l’Italia è stato uno dei primi tre Paesi in Europa ad aver approvato il Piano nazionale per la Garanzia per l’infanzia. È importante che il piano venga attuato nella sua interezza, in modo da avere anche strumenti mirati per sostenere i gruppi più svantaggiati: i bambini con disabilità, i minori non accompagnati o provenienti da famiglie di origine straniera e i bambini in fuga dalle guerre, in particolare dall’Ucraina.

La guerra in Ucraina sta causando una catastrofe umanitaria dalle proporzioni spaventose, che si riversa sui più piccoli e sulle famiglie più fragili. Secondo i dati più recenti, due anni di conflitto in Ucraina ha costretto oltre 10 milioni di ucraini e le loro famiglie a chiedere protezione internazionale in altri Paesi. Due bambini su tre hanno perso o abbandonato la loro casa, migliaia di bambini sono stati uccisi o feriti nei bombardamenti. Strutture sanitarie e ospedali distrutti, scuole rese dei ruderi e ancora oggi bersaglio di attacchi. La situazione è critica, catastrofica. Per questa ragione ci stiamo battendo per potenziare significativamente la Garanzia per l’Infanzia e renderla in grado di affrontare i bisogni dei bambini ucraini in fuga e delle loro famiglie.

Mi sono fatto promotore, come primo firmatario, di un emendamento in Plenaria al Parlamento Europeo sulla relazione intermedia del bilancio pluriennale dell’Unione Europea di una  proposta di aumento di almeno 20 miliardi di Euro della dotazione per la Garanzia per l’Infanzia, al fine di contrastare la povertà che colpisce i bambini e le loro famiglie e di contribuire all’obiettivo di ridurre la povertà di almeno 15 milioni entro il 2030, compresi almeno 5 milioni di bambini in tutti gli Stati membri entro il 2030. L’emendamento è stato approvato dall’aula nel febbraio 2023 era incluso nella posizione negoziale della nostra istituzione nei negoziati sulla revisione del bilancio dell’Unione, che purtroppo è stata rigettata dagli Stati Membri. Continueremo a insistere nella prossima legislatura per rafforzare la dotazione della Garanzia per l’Infanzia, strumento chiave della solidarietà europea.

Il PNRR per i bambini e le famiglie

Inoltre, di fondamentale importanza è il ruolo che il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e i rispettivi Piani Nazionali avranno sul tema. Infatti, grazie alla spinta del Parlamento Europeo, uno dei 6 pilastri del piano di ripresa deve essere dedicato a politiche per la prossima generazione, tenendo conto degli obiettivi dell’agenda per le competenze per l’Europa, della garanzia per i giovani e della garanzia per l’infanzia.

Con 18 milioni di bambini sulla o sotto la soglia di povertà in Europa, ci troviamo oggi di fronte a una vera emergenza che va affrontata con ogni mezzo a disposizione.

La riforma dei Comitati Aziendali Europei (CAE)

Come Membro della Commissione Occupazione e Affari Sociali, sto seguendo in prima persona l’avanzamento della direttiva sui Comitati Aziendali Europei (CAE), che sono organismi rappresentanti i lavoratori all’interno delle imprese e nei gruppi di dimensioni comunitarie. Abbiamo lavorato a una relazione di iniziativa legislativa del Parlamento Europeo, e alla proposta di modifica della direttiva sui Comitati Aziendali, adottata dalla Commissione EMPL ad arile 2024 e di cui sono stato relatore per il mio Gruppo politico, affinché i diritti di informazione e consultazione dei comitati aziendali non possano mai più essere considerati come un “optional” da parte delle compagnie multinazionali e transnazionali che operano in Europa.

Troppo spesso sono stati calpestati i diritti dei lavoratori a essere informati per tempo dalle aziende e ad essere coinvolti nelle scelte strategiche. Scelte che in molti casi hanno avuto un impatto drammatico sui posti di lavoro e sulle condizioni lavorative di milioni di lavoratori europei, come ad esempio nel caso di decisioni di chiusura di un impianto in un Paese membro o a fronte di una ristrutturazione aziendale. Affinché tutto questo non accada più, serve una direttiva europea che introduca una migliore definizione del carattere transnazionale di una decisione, un nuovo sistema di sanzioni che scoraggi in maniera efficace ogni tentativo da parte di un’impresa di aggirare i suoi obblighi; nuove regole per potenziare l’accesso alla giustizia per i Comitati Aziendali e infine la possibilità di richiedere a una corte nazionale competente la sospensione di una decisione aziendale quando i diritti di informazione e consultazione sono stati violati. Il testo di direttiva adottato dal Parlamento presenta una serie di proposte di riforma della direttiva molto ambiziose, che rafforzano il testo di legge in maniera significativa.

Dopo le elezioni Europee, inizieranno i negoziati con il Consiglio sul nuovo testo di legge: un’occasione preziosa per rafforzare i diritti sociali in Europa, la contrattazione e l’europeizzazione delle relazioni industriali. Il mondo è cambiato, le aziende agiscono in un contesto globale e le scelte delle imprese travalicano i confini nazionali, ma non devono travalicare mai i diritti dei lavoratori!

Brando Benifei