Mi occupo sin dalla passata legislatura di sanità, attualmente sono vice-presidente del Gruppo Cuore del Parlamento europeo, nel 2018 ho lanciato un manifesto sulla cardiopatia strutturale, chiedendo la diagnosi precoce della SHD e sottolineando la necessità di un’azione comune dell’Unione sull’argomento. Inoltre, sono membro dei gruppi di interesse per la Salute dei Reni e Resistenza Antibiotica e dal 2015, anno della sua nascita, sono sostenitore del gruppo di interesse degli eurodeputati su “Diritti dei pazienti e sanità transfrontaliera” perché sono convinto che sia necessario mantenere alto il livello di attenzione sui diritti dei pazienti: il loro rafforzamento in tutta Europa può contribuire anche a rendere più forte il senso di appartenenza e di cittadinanza europea.
Dal 2017 partecipo attivamente alla celebrazione della Giornata Europea dei Diritti del Malato – promossa dalla rete europea di Cittadinanzattiva per rafforzare i principi enunciati nella Carta europea dei diritti del malato – che è ormai diventata un appuntamento annuale fisso nelle agende politiche europee e nazionali per informare, discutere e prendere impegni per migliorare i diritti dei pazienti europei. Per esempio: 30 milioni di persone in Europa convivono con una malattia rara, ma continuano a dover fare i conti con un elevato livello di esigenze non soddisfatte. In media occorre attendere cinque anni per una diagnosi e, anche una volta ottenuta, è disponibile un trattamento solo per il 6 % delle malattie rare conosciute. I pazienti affetti da malattie rare sono inoltre soggetti in modo sproporzionato a oneri di natura psicologica, finanziaria e sociale.