Una delle più grandi sfide di questo mandato è stata sicuramente quella del Regolamento europeo sull’Intelligenza artificiale, la prima legge nel suo genere al mondo, di cui sono stato relatore per il Parlamento insieme al collega di Renew Europe Dragos Tudorache. Il Regolamento si basa sul livello di rischio, con obblighi graduati in base a esso, dalle pratiche inaccettabili, agli usi ad alto rischio, quelli che necessitano di trasparenza (come chatbot, AI generative e deepfakes) e quelli a basso rischio, regolati da principi generali.
La sfida più complessa, vista l’orizzontalità del tema, che tocca tutti i settori dell’economia ma anche i nostri valori fondamentali, è stata quella di trovare il giusto equilibrio tra la promozione dell’innovazione e della competitività delle imprese europee che sviluppano o utilizzano sistemi di intelligenza artificiale, e un’adeguata protezione dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini.
Il risultato finale del negoziato è ovviamente un compromesso, ma sono molto orgoglioso del risultato raggiunto. Tra i molti risultati ottenuti con il nostro lavoro, gli usi distopici di IA saranno limitati al massimo, già a partire da questo autunno: non si potrà usare IA per riconoscere le emozioni sul posto di lavoro o nell’istruzione; l’IA non potrà dedurre l’appartenenza etnica, religiosa o politica di una persona sulla base dei suoi dati biometrici; il riconoscimento biometrico in tempo reale potrà avvenire soltanto in casi molto limitati e con forti salvaguardie, per limitare gli abusi; non si potranno pescare a strascico visi umani dal web o dalle telecamere a circuito chiuso per alimentare database per la sorveglianza di massa; un algoritmo non potrà predire se una persona commetterà un crimine basandosi soltanto sulle sue caratteristiche personali. Siamo inoltre riusciti a garantire che i lavoratori e i sindacati siano informati dell’uso di IA su di loro; abbiamo fatto sì che chi usa un’IA ad alto rischio dovrà valutare prima l’impatto sui diritti fondamentali delle persone coinvolte e aggiunto nuovi diritti, tra i quali quello a ottenere una spiegazione sulla decisione di un sistema di intelligenza artificiale.