Chi compie violazioni dei principi democratici non deve più poter accedere alle risorse comuni. Lo abbiamo detto e ripetuto più volte, relativamente alla situazione in Ungheria e Polonia: in questi Paesi, da troppo tempo si discriminano le minoranze e vengono indebolite le basi del funzionamento delle istituzioni e della democrazia. Non siamo rimasti a guardare quando Polonia e Ungheria hanno ricattato gli altri Paesi membri, minacciando di far saltare l’accordo su bilancio pluriennale e Next Generation EU per via della condizionalità sullo Stato di Diritto. La risposta dell’Unione Europea, che ha bloccato i fondi agli Stati che non rispettano lo Stato di Diritto, è stata chiara e la reazione dei leader polacchi e ungheresi ha dimostrato che lo strumento è giusto ed efficace. La ripresa europea non può essere fermata dai veti di chi non rispetta i diritti fondamentali.
Non possiamo permetterci di abbassare la guardia di fronte a tentativi di riportare l’Europa nell’epoca buia dei nazionalismi e di chi tenta di negare i valori su cui si fonda l’Unione Europea. Per questa ragione ho voluto presentare un’interrogazione parlamentare per denunciare il raduno di estremisti di destra e neonazisti a Budapest conosciuto come “Giorno dell’onore”. Ogni anno centinaia di nostalgici neonazisti da tutta Europa si riuniscono per commemorare il tentativo delle truppe naziste tedesche e ungheresi di rompere l’assedio sovietico della città nel 1945. L’evento, altro non è che lo sfoggio vergognoso di uniformi, striscioni e slogan nazisti. Insieme ai colleghi ungheresi del mio Gruppo politico, quello dei Socialisti e Democratici, ho presentato un’interrogazione alla Commissione per far luce sul presunto finanziamento pubblico di tale iniziativa, una vera e propria vergogna che deve essere fermata.